Sabato 16 Dicembre (Clicca qui per il cronoprogramma) tutti nel centro storico di Genova per la mostra “Domenico Piola 1628-1703 Percorsi di pittura barocca”: la prima esposizione monografica dedicata al Piola, poliedrico artista genovese che nella fastosa seconda metà del Seicento ha detenuto il monopolio delle arti figurative. Accanto alla sede principale di Palazzo Lomellino - dove sono esposti 50 capolavori - la mostra prosegue a Palazzo Rosso e in altri edifici e Chiese della città che costituiscono i tasselli di una mostra diffusa per la visione delle opere dell’artista proprio nei siti per cui sono state create. La mostra è curata da Daniele Sanguineti, ricercatore di storia dell’arte moderna presso Università di Genova.
CHI E’ DOMENICO PIOLA?
Domenico Piola (1628-1703) è certamente il nome più celebre della pittura genovese barocca. Allevato in un contesto famigliare favorevole (basti ricordare lo zio Pier Francesco Piola, che fu allievo di Luca Cambiaso), Domenico ebbe una giovinezza ricca di sollecitazioni, dovute sia allo studio delle opere presenti in città del “lombardo” Giulio Cesare Procaccini, sia ai contatti intercorsi con il Grechetto e sia infine alla collaborazione, dalla fine degli anni Quaranta, con il geniale Valerio Castello. Proprio la morte improvvisa di quest’ultimo (1659) - che aveva avviato nel campo dell'affresco una nuova libertà formale scoperchiando illusionisticamente le volte di palazzi e chiese attraverso la pittura di cieli animati da creature soavi - decreterà, dall’inizio degli anni Sessanta, il suo incontrastato monopolio nel campo di tutte le arti per l’intera parte restante del secolo. Piola, supportato da un linguaggio moderno e spettacolare, aggiornato sulle maggiori novità giunte da centri propulsori come Bologna e Roma, opererà in modo tale da diventare regista a Genova dei maggiori cantieri ad affresco, dispensando progetti grafici a scultori, incisori, intagliatori, marmorari, argentieri, tessitori, e formando una serie di allievi (a cominciare dai figli Anton Maria e Paolo Gerolamo) in grado di reiterare, ben oltre la propria morte, la sua sigla stilistica lussuosa e sempre gradita alla committenza locale e non solo.
La quantità di opere elaborate da Domenico Piola (sempre più coadiuvato dalla sua bottega con l’avanzare dell’età) danno conto di una richiesta straordinaria da parte della committenza: non solo affreschi, ma soprattutto pale d’altare, dipinti da quadreria e ritratti.
PERCHE’ QUESTA MOSTRA?
A fronte di una tale fama, celebrata a partire dai contemporanei, l’opera di Domenico Piola non è mai stata presentata al pubblico in un evento espositivo specifico. I tempi dunque sono maturi per presentare un evento espositivo monografico, basato su un numero ristretto - ma pregnante - di opere. Saranno infatti scelti una cinquantina di dipinti di straordinaria qualità, dai quali potrà emergere la cultura di riferimento, il linguaggio più tipico, le tipologie (pale d’altare, dipinti a soggetto sacro, allegorie profane) nel corso dell’intero iter produttivo.
PRIMA TAPPA: PALAZZO LOMELLINO
La maggior collezione di opere del Piola è esposta a Palazzo Lomellino, dove inizierà il nostro percorso. La successione delle opere nelle quattro grandi sale di Palazzo Lomellino non risponderà a un rigido schema di sezioni ma, attraverso efficaci accostamenti e grazie al supporto di un apparato didattico, vuole suggerire dei percorsi. Il primo sarà dedicato ai modelli di riferimento prescelti dal giovane Piola e in particolare all’apporto di Giulio Cesare Procaccini. Il secondo ai contatti con il mondo degli scultori e in particolare con Pierre Puget. Seguirà il tema della lunga collaborazione con il naturamortista Stefano Camogli e quello delle esercitazioni sull’iconografia della Natività, suggestionate dai modelli elaborati dal Grechetto. Le ultime due sale daranno conto, attraverso la presentazioni di pale d’altare e di dipinti ‘da stanza’, della struttura narrativa delle composizioni piolesche (lo spazio, il gesto, gli affetti). Con i due dipinti finali (Alessandro e la famiglia di Dario), connessi alla raffinata commissione ‘romana’ di Nicolò Maria Pallavicini, si chiude idealmente l’attività dell’artista, col passaggio del testimone alla sua bottega.
Segnalo - come motivo di orgoglio cittadino - che una delle tele che vedremo esposta a Palazzo Lomellino, è stata prestata dalla Chiesa di San Giovanni Battista di Chiavari - l'Assunzione della Vergine o più brevemente l'Assunta. La Chiesa - anche se provvisoriamente spoglia del suo capolavoro - merita comunque una visita, legata alla recentissima conferenza del professor Devoto L'apostolato chiavarese di Antonio Gianelli , il quale ultimo il 25 agosto 1835 portò in processione il crocifisso ligneo medievale del Cristo nero ottenendo la grazia per la cessazione del colera.
SECONDA TAPPA – PALAZZO ROSSO
A Palazzo Rosso le due sale con le Stagioni, affrescate da Piola, saranno inserite nel percorso che si concluderà nelle sale espositive dello stesso palazzo con una scelta di quaranta disegni, molti dei quali inediti, per esemplificare le complesse modalità grafiche del pittore, in stretta sintonia con i percorsi proposti nella sede del Lomellino. Il Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso custodisce la più ampia raccolta mondiale di grafica piolesca: in mostra compariranno fogli progettuali per la grande produzione ad affresco, di cui il visitatore potrà prendere visione nell’apposito percorso in città, pale d’altare, dipinti da quadreria, sculture, arredi marmorei, poppe di navi.
TERZA TAPPA - LE CHIESE
Purtroppo non è possibile determinare in anticipo quali chiese, tra le undici del circuito, saranno inserite nel nostro percorso. Sarebbe bello poter fare tappa alla Basilica della Santissima Annunziata del Vastato, dove si possono ammirare ben sei tele del Piola: Annunciazione, Immacolata Concezione, San Tommaso d'Aquino adorante il Crocifisso, San Diego risana gli infermi, Predica di San Diego, La salma di san Diego risana il figlio di Filippo II, oltre all'affresco Gloria dello Spirito Santo.
E DOPO QUESTA BELLISSIMA SCARPINATA … TUTTI ALLE CANTINE SQUARCIAFICO!
La conclusione di questa gita avverrà nella nuova sede, in Piazzetta dell'Amico 2-3-4, del Ristorante Cantine Squarciafico.
Qui lo Chef Maurizio Piana (“Maury”) propone i suoi piatti, creativi e adatti al gusto attuale, ma rispettosi della grande cucina italiana e dell’antica tradizione ligure. La scelta rigorosa degli ingredienti, sempre freschissimi e di stagione, è la migliore garanzia dell’alta qualità dei piatti proposti. Inoltre vige la regola del fare tutto “in casa”, dalla pasta ai dolci.
Lo Chef Maury e il suo staff professionale ci coccoleranno con questo menù:
Cappon magro genovese alla Squarciafico
Paccheri al sugo di crostacei
Branzino in bellavista ai frutti di mare
o
Controfiletto alla fonduta di Parmigiano
Tarte tatin con crema pasticcera alla cannella
Acqua, vino, caffè